Viaggiare è parte fondamentale della vita di ognuno di noi. A volte per lavoro ma soprattutto per svago. Qualunque sia la finalità dei viaggi le app per orientarsi nei vari Paesi sono di altissimo livello e di notevole precisione. Ci sono luoghi però in cui uno “straniero” può trovarsi seriamente in difficoltà, come ad esempio gli aeroporti. A tal proposito viene in soccorso GiPStech, una startup calabrese fondata nel 2013 da quattro quarantenni: Gaetano D’Aquila, Giuseppe Fedele, Giuseppe Cutrì e Matteo Faggin.
GiPStech: come è nata l’idea?
Il progetto legato a GiPStech si è sviluppato a partire dalla localizzazione indoor utilizzata per migliorare il volo dei droni. Da questa base poi si è passati a sfruttare le anomalie create dal ferro presente nella struttura degli edifici nel campo magnetico e si è così giunti alla nuova tecnologia di geolocalizzazione all’interno degli spazi chiusi. Il lavoro poi è proseguito e il team di GiPStech ha depositato sei brevetti, oltre a fornire in licenza a Ntt Data, colosso giapponese, la propria tecnologia. La stessa azienda ha deciso di costruire uno dei suoi centri di ricerca proprio a Cosenza.
Il team di GiPStech ha vinto la sfida contro i giganti come Google ed Apple. Quest’ultime infatti hanno sviluppato sistemi molto simili ma non sono riusciti ad ottenere lo stesso livello di precisione. Per la startup calabrese si parla di 3 metri, mentre la concorrenza si è fermata a 15. Un dato importante e che mette il progetto al centro del mercato. Un mercato, quello della localizzazione indoor, che secondo le previsioni può arrivare a valere 50 miliardi di dollari.
GiPStech, oltre a una storia di successo, è una storia di speranza. Sì, perché anche in Italia è possibile fare innovazione, soprattutto nell’ambito hi-tech. È una storia che rimette un po’ di luce sull’Italia ma soprattutto sul Meridione, tanto discusso in questi anni e considerato alla stregua del Terzo Mondo, capace questa volta di regalare sorprese.