In Italia, purtroppo, la partecipazione culturale non è molto elevata, tanto da essere il fanalino di coda, rispetto agli altri paesi europei, in questa speciale classifica. Negli ultimi anni però qualcosa è migliorato, visto che alcuni siti stanno vivendo una fase di rinnovato interesse e i visitatori stanno lentamente, ma costantemente, aumentando. E questo può essere frutto del nuovo rapporto venuto a crearsi tra musei e social network. Sono stati proprio gli enti museali a rivedere e ad aggiornare la loro comunicazione cercando strategie sempre più convincenti per il pubblico. E i risultati stanno arrivando, almeno sembra.
Musei e social network: il ruolo delle digital strategy
Che i social network siano un veicolo di comunicazione molto importante è inutile sottolinearlo. A volte però serve utilizzarli in maniera logica, rigorosa e strategica: solo così si possono ottenere risultati soddisfacenti. Nel rapporto “Musei e Social Media – Sviluppo dell’interazione museo-utente“, condotto da Pier Luigi Sacco (docente IULM) e Claudio Calveri (digital strategist di DeRev), si possono intravedere gli elementi di comunicazione che hanno portato a questo risveglio di partecipazione negli eventi e nelle mostre organizzati dai musei.
Innanzitutto è l’incremento nell’utilizzo di elementi visuali, soprattutto video, che permettono di stimolare maggiormente l’utenza e di amplificare l’interazione con i contenuti pubblicati. In secondo luogo è stata la capacità di alcuni musei di veicolare messaggi “divulgativi”, ovvero che fornivano una notevole valenza motivante. Il terzo elemento è stato l’utilizzo costante dei famigerati user-generated content, che hanno permesso un maggior coinvolgimento e una maggiore consapevolezza su identità territoriale e ricchezza culturale.
Ma è nella percezione dei social network che è avvenuta la svolta. Infatti, quando utilizzati da poli museali questi strumenti vengono visti come vere e proprie guide alle meraviglie culturali di un territorio ma anche come divulgatori estremamente efficaci. Per il futuro l’obiettivo è permettere che anche altre realtà museali più piccole possano essere in grado di sfruttarle a dovere.