Morte Amedeo Modigliani, pittore e scultore italiano
Il 24 gennaio si ricorda la morte Amedeo Modigliani, artista nato a Livorno il 12 luglio 1884.
Modigliani è stato un pittore e scultore, proveniente da una famiglia ebrea in grave crisi finanziaria.
All’età di 14 anni frequentò l’atelier del pittore Guglielmo Micheli; nel 1906 trovò i soldi per trasferirsi a Parigi.
Affittò uno studio in rue Caulaincourt (Montmartre), conobbe il chirurgo Paul Alexandre e si iscrisse all’Académie Colarossi.
È il periodo in cui la tubercolosi miete vittime, ma il pensiero della morte Amedeo Modigliani nemmeno lo considera.
Nelle taverne della Butte, sede di discussioni sull’arte, l’artista italiano conobbe il celebre Pablo Picasso.
La prima esposizione delle sue opere avvenne al Salone degli Indipendenti nel 1908.
In quell’occasione vennero mostrare “L’ebrea2 e “Busto di donna nuda”.
Grazie al medico Paul Alexandre visitò i musei Guimet, Louvre e Trocadero, scoprendo anche l’arte africana.
Il trasferimento a Montparnasse conobbe Chagall, Leger e Soutine, di cui sosterrà sempre l’opera.
Nella sua Livorno, nel 1910, lavorò nell’opera “Il mendicante”, esposta al Salone degli Indipendenti.
Tante esposizioni non significano ricchezza, tanto da mostrarci un Modigliani vivere nella piena miseria.
La frequentazione di Beatrice GHastings lo porta ad approcciarsi ai mali della droga e dell’alcool.
La luce giunge solo nel 1917, quando il poeta polacco Leopold Zborowki comincia ad occuparsi di lui.
La proposta non si fece attendere: 15 franchi al giorno per l’esclusiva della sua produzione.
In questo periodo comincia la serie di nudi, esegue ritratti di Zborowski e della sua famiglia.
E soprattutto conosce Jeanne Hebuterne, che diventa sua moglie e lo rende padre.
E che si toglierà la vita prima che lo scultore livornese muore per via della tubercolosi.
LA PATERNITÀ
Con la sua dolce metà Jeanne in stato di dolce attesa, si trasferisce in Costa Azzurra nel 1919.
La bimba tanto attesa nasce a Nizza il 29 novembre, e successivamente la donna resta di nuovo incinta.
È il 1919 e in questo periodo Amedeo e Jeanne rientrano a Parigi, e il pittore da vita al suo unico autoritratto.
L’opera dell’artista livornese viene apprezzata anche a Londra: Earp e Atkin si mostrarono molto interessati.
La morte Amedeo Modigliani si avvicina a causa della tubercolosi, grave piaga di quel periodo.
Le sue condizioni peggiorarono e il livornese morì il 24 gennaio 1920, all’ospedale della Carità.
Pare che le ultime parole dette all’amico Zborowski furono: “Io sono ormai fottuto, ma ti lascio Soutine“.
GLI AFORISMI
Parlare soltanto di vita e morte Amedeo Modigliani ci toglierebbe l’essenza di ciò che lui disse nel corso degli anni.
Gli aforismi sono le cose che più rimangono impresse e che vengono pubblicate sui siti web di riferimento.
E allora perché non pubblicarne alcuni, i più importanti e di conseguenza i più copiati ed incollati?
Ecco qui una piccola lista di quelle che potete condividere sui vostri account social:
- Noi abbiamo dei diritti diversi dagli altri perché abbiamo dei bisogni diversi che ci mettono al di sopra della loro morale
- La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno
- Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni
- Quando conoscerò la tua anima, dipingerò i tuoi occhi
- La felicità è un angelo dal volto serio
- Sono io stesso lo strumento delle potenti forze che nascono e muoiono in me.