Un progetto ambizioso ma che potrebbe modificare gli equilibri all’interno del panorama dei social network. Jimmy Wales, noto per aver creato Wikipedia insieme a Larry Sanger, ha lanciato WT:Social, una piattaforma che promette di dare battaglia alle fake news, ai profili falsi e al clickbaiting. L’obiettivo è quello di dare spazio soltanto a notizie verificate e contenuti di qualità inerenti alla politica, al mondo della tecnologia, agli spettacoli e anche all’attualità.
Come funziona WT:Social?
Il concetto di base di WT:Social lo ritroviamo in una frase di Wales rilasciata al Financial Times: “Il modello di business dei social network è sbagliato perché basato sulla pubblicità, una soluzione che premia i contenuti falsi e il clickbaiting“.
Da qui l’idea di sviluppare una piattaforma che potesse avere il proprio modello di business basato su punti opposti, ovvero sull’assenza totale di pubblicità ma sull’attivazione di un canone, che può essere sottoscritto secondo due modalità: 12 euro mensili oppure 90 euro annui. L’idea però è portare WT:Social ad essere gratuito e reggersi soltanto sulle donazioni dei privati, un po’ come già fa Wikipedia.
Il nuovo social è online da circa un mese ed al momento è disponibile soltanto in lingua inglese ma agli utenti è data la possibilità di postare i propri messaggi nella loro lingua.
La differenza di WT:Social rispetto ai competitor si ritrova anche nell’algoritmo, dove sarà la sequenza temporale dei post, e non la popolarità, a determinare il feed. Gli utenti, oltre a suggerire la lettura di alcune storie interessanti, potranno anche apportare modifiche a titoli a primo impatto fuorvianti oppure a post in palese violazione della netiquette della piattaforma.
Le SubWikis sono un’altra novità della piattaforma; in pratica sono comunità ristrette dedicate ad argomenti di nicchia che saranno gestite da esperti e che garantiranno la validità dei contenuti postati.
I primi risultati della piattaforma sembrano incoraggianti, infatti il numero totale tra iscritti e utenti in attesa supera le 230.000 unità, ma Wales sposta l’asticella un po’ più in alto: “L’obiettivo non è arrivare a 50.000 o 500.000 iscritti ma a 50 e poi a 500 milioni“. Vedremo se ci riuscirà…