L’arte di Tancredi a Venezia, in mostra fino a Marzo 2017
Tancredi a Venezia. E proprio negli spazi della Collezione Peggy Guggenheim, spazi dedicati a colei che fu uno dei più grandi mecenati dell’arte contemporanea e che per prima riconobbe il valore dell’artista e che una volta che fu sul mercato affermò che Tancredi era il più importante pittore dopo i futuristi e che rappresentava la sua unica eccezione ad un contratto dopo Pollock.
La mostra La mia arma contro l’atomica è un filo d’era. Tancredi. Una rettrospettiva rappresenta una ghiotta occasione per dare modo al pubblico di conoscere meglio un vero e proprio mito del 900. Morto a soli 37 anni, Tancredi fu per tutta la durata della sua breve vita uno straordinario interprete delle incongruenze e della complessità dell’arte contemporanea italiana.
Nascita
Tancredi Parmeggiani nacque nel 1927 a Feltre
Studi e vita
Studiò a Venezia al liceo artistico e poi all’Accademia. Nel 1950 partecipò a Roma alla prima mostra di arte astratta italiana dove si fece notare per il suo segno duttile ed incisivo. Perché Peggy Guggenheim ne fu attratta come falena lo è dalla luce di una lampadina? Secondo quanto affermato da Luca Massimo Barbero, il curatore della mostra, Tancredi racchiudeva in se tutte le componenti del pittore contemporaneo: era bello, dannato, posseduto da una “costante necessità di ricerca” ed in più stava raffigurando “in modo nuovo la vita nuova”
Stile
Il punto è al centro dello stile di Tancredi. Lui stesso affermò: “Io ho cercato di mettere nei miei quadri tutta la natura possibile perché nelle nostre case non c’è e perpoterlo fare ho unito attraverso il colore tutti i segni dell’Universo. Il mio vocabolario è l’universo e l’ho rappresentato con il simbolo più semplice che c’è: il punto.” Negli anni Cinquanta egli diede così vita ad un nuovo linguaggio, un nuovo puntinismo, riuscendo persino a cambiare la tradizione della pittura, ancora eccessivamente figuarativa e geometrica. A questo unisce un’istintiva capacità di freschezza nell’uso del colore, che esprime felicità e che è diventata poi la sua vera cifra distintiva.
La differenza sostanziale con Pollock
Se ci si ferma all’apparenza sembra semplicemente essere la dimensione decorativa intesa come senso della ricerca della bellezza, osservando con più attenzione si noterà che la vera divesità sta nell’atteggiamento creativo. Pollock cerca di eliminare il concetto di pittura, al contrario Tancredi cerca di rinnovare la pittura, facendole cambiare suono.
Il percorso della mostra
La mostra, che rimarrà aperta fino a marzo 2017 si snoda attraverso 11 sale. Sono esposti i lavori realizzati dal ’46 al ’62, gli ultimi realizzati poco prima della sua scomparsa. Verso il 1960 comparvero i primi segni di una crisi che gli tolse la serenità delle opere astratte e si nota l’aumentare della drammaticità e della violenza espressionista. Quattro anni dopo, nel 1964, decise di porre fine alla sua vita. Come ha affermato Barbero però questa mostra vuole essere il ritorno di Tancredi a Venezia e alla vita.