Netflix e Big data, l’unione alla ricerca dei gusti dei naviganti
Quando digitiamo una frase su un motore di ricerca o clicchiamo su un banner, ci comportiamo in maniera spontanea essendo convinti di essere da soli davanti alla nostra tastiera, mentre negli studi condotti a campione, psicologi e antropologici pongono domande dirette e si tende a rispondere non sempre ciò che si pensa, bensì quello che faccia sembrare migliori.
I Big Data eliminano automaticamente tutte le difficoltà che le scienze sociali hanno finora riscontrato nello studiare il comportamento umano cercando di limitare alcuni aspetti problematici, come il fattore di desiderabilità sociale.
Netflix, l’azienda che ha messo fuori mercato un colosso come Blockbuster, inventando un modello basato sulla consegna e recupero a domicilio dei film, utilizza la strategia dei Big data.
Netflix presenta 83 milioni di abbonati in più di 190 paesi. Ogni giorno vengono viste più di 125 milioni di ore di programmi televisivi e film, tra cui serie originali, documentari e lungometraggi, il tutto attraverso il video streaming online in modalità on-demand, in una varietà di lingue diverse.
L’azienda di Reed Hastings deve cercare di contrastare la concorrenza, di far crescere stabilmente gli utenti e di conoscere il suo pubblico, per questo si serve dei Big Data per rilevare ed elaborare milioni di informazioni sulle abitudini di visione degli oltre 29 milioni di abbonati. Conoscendo il suo pubblico, Netflix, cerca di offrire suggerimenti adeguati, riuscendo a capire quali sono le puntate più viste e perché e se ci sono comportamenti diversi da paese a paese.
Netflix identifica così successi mondiali come “Narcos”.