Everything: il videogame candidato ai prossimi Oscar
Alla prossima premiazione degli Oscar potrebbe esserci un ospite speciale e inconsueto: Everything, il videogioco che dopo aver vinto il premio della giuria al Vienna Shorts Festival è in lizza per il premio cinematografico più ambito. La candidatura, riportata direttamente dal creatore del gioco David Oreilly su Twitter, ha un motivo ben preciso, ovvero il suo senso. Sì, perché Everything è un videogioco molto particolare: racconta e analizza in maniera filosofica il mondo e l’ecosistema in cui viviamo.
Everything: come si gioca?
Double Fine, azienda che ha sviluppato il gioco lo ha definito così: “Everything è un’esperienza interattiva dove il giocatore verrà immerso in un mondo procedurale, un simulatore che ci consente di viaggiare tra lo spazio interno ed esterno, in un universo interconnesso di cose senza obiettivi forzati, ispirato alla filosofia di Alan Watts e con la colonna sonora del compositore Ben Lukas Boysen”
Il gioco è estremamente semplice. Si inizia mettendosi nei panni di qualunque cosa: un animale, un volatile oppure una pianta. L’obiettivo di Everything è quello di far relazionare il soggetto inizialmente scelto con gli altri animali e oggetti presenti nell’ecosistema: ognuno di questi ci offrirà una personale visione del mondo.
Ma perché ha così colpito i giudici al punto da inserirlo nelle nomi degli Oscar? La motivazione sentimentale è quella secondo cui Everything riporta i giocatori a vivere e a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, quelli attraverso cui sognavamo di essere qualsiasi cosa, ma soprattutto dimostra loro le infinite possibilità del nostro mondo. Mentre la motivazione tecnica, e forse più plausibile, riguarda una funzionalità presente nel gioco che gli permette di giocare da solo, andando a cambiare continuamente personaggio ed oggetto e andando così a creare un vero e proprio film animato.
Una novità surreale ma allo stesso tempo avvincente che crediamo possa essere di aiuto a molti di noi, ma anche e soprattutto ai bambini, ai quali dobbiamo insegnare molto (e bene) riguardo al nostro mondo e al nostro pianeta, aprendo loro lo sguardo.