WhatsApp: problema con le chat criptate, la privacy sarebbe a rischio
WhatsApp aveva progettato le chat criptate: sembrava fosse una soluzione per la nostra privacy ed invece non è così. Gli hacker potrebbero tranquillamente entrare in possesso delle nostre conversazioni. Secondo Tobias Belter, ricercatore della University of California, “se a WhatsApp un governo chiedesse di accedere allo scambio fra due dei suoi utenti, la compagnia potrebbe in effetti fornirli“.
WhatsApp e le chat criptate: qual è il problema?
Una notizia pericolosa dunque per la nostra privacy. Ma partiamo dall’inizio: com’è possibile conoscere il contenuto delle nostre conversazioni via WhatsApp? Tutto tramite una porta di accesso nascosta, più comunemente conosciuta come backdoor. Proviamo a spiegare meglio: nel momento in cui gli utenti si scambiano messaggi si creano automaticamente delle “chiavi” che ne permettono la lettura. Ecco, questa backdoor sembra vada ad intervenire proprio nel momento precedente alla creazione della chiave.
Cosa comporta questa falla? Ancora non è ben chiaro questo aspetto. Alcuni sostengono che permetterebbe la lettura soltanto di alcuni messaggi, mentre altri esperti invece definiscono il problema molto più serio, visto che le intere conversazioni potrebbero essere lette. Le preoccupazioni degli utenti però non si rivolgono soltanto agli hacker ma anche ai governi stessi. Sì, perché in questo modo le istituzioni potrebbero entrare in possesso di molte notizie personali, tra cui anche dati sensibili.
La polemica è stata avviata dal Guardian che, in un articolo del 13 gennaio, aveva sostenuto che la scelta di design di WhatsApp, creata per impedire la perdita di numerosi messaggi, sia in realtà una backdoor che permette ai vari governi di decifrare il contenuto delle conversazioni. Ovviamente, WhatsApp ha replicato negando ogni responsabilità e spiegando che la stessa azienda “non fornisce ai governi una ‘backdoor’ nei suoi sistemi” e avrebbe respinto ogni tipo di richiesta in questo senso.
La nostra privacy oggi
Questa notizia, da confermare e da approfondire, apre però uno scenario alquanto pericoloso. La tecnologia attuale non è assolutamente il male del millennio, anzi ci permette di mantenere contatti con persone lontane e semplifica le nostre vite. Ovviamente ci sono anche dei difetti: tracciare i nostri spostamenti, grazie a Facebook e a tutti gli altri social network, è diventato molto più semplice, così come controllare le nostre conversazioni online.
Forse è necessario rivedere l’utilizzo che se ne fa di queste chat online, sia su WhatsApp che su Telegram o altri ancora. Forse è necessario considerarli come strumenti meravigliosi per conversazioni “leggere”, ovvero quelle che un tempo si facevano al bar. Per le conversazioni legate a dati sensibili, i quali non dovrebbero essere divulgati per nessuna ragione, forse è meglio studiare piani alternativi. L’importante però è il buon senso: quello non dovrebbe mancare mai.
La querelle WhatsApp-Governi comunque è partita. A breve dovremmo saperne di più.