Realtà virtuale ibrida è il cinema del futuro
Il business della realtà virtuale è ormai aumentata, toccando i 200 miliardi di dollari nel 2020, che da sola varrà 33,90 miliardi di dollari nel 2022, con una crescita media del 57,8% a partire da quest’anno.
Dopo che a marzo, per esempio, era trapelata la notizia che nello stabilimento di Fremont Tesla Motors ha introdotto i Google Glass tra le attività di monitoraggio delle linee dedicate alle vetture elettriche di Elon Musk, sfruttando un’applicazione di APX Labs, Big G a giugno ha ufficializzato l’esistenza della versione Enterprise del wearable che tanto poco riscontro aveva ottenuto nel mercato consumer.
Realtà virtuale ibrida nei cinema
Realtà virtuale ibrida, il cinema del futuro: il pubblico rimarrà immerso in un immenso schermo curvo con immagini 3D, immaginandosi di entrare dentro la scena e trovarsi faccia a faccia con i protagonisti del film.
Il nuovo ambiente virtuale 3D-Hyve è coordinato da Tomás Dorta, collaborando anche l’italiano Davide Pierini nei teatri virtuali.
I ricercatori lo hanno dimostrato misurando le reazioni di 20 volontari che hanno vissuto entrambe le esperienze: l’immersione’ nella realtà virtuale attraverso l’apposito casco e nell’ambiente virtuale ibrido.

Casco per la Realtà Virtuale
Il test ha mostrato che ”la gente preferisce la realtà virtuale senza casco, perché può interagire con gli altri spettatori in tempo reale e condividere le loro impressioni.
Secondo il ricercatore, il casco per la realtà virtuale costringe a guardarsi spesso intorno per esplorare la scena, e questo ostacola la narrazione e l’esperienza cinematografica, mentre con l’ambiente virtuale ibrido non si corre il rischio di perdere qualche azione e offrirebbe la stessa sensazione di ‘immersione’ e coinvolgimento.
Questa tecnologia, inoltre, non è limitata al cinema e al settore dello spettacolo ma, utilizzando come interfaccia un computer, può essere usata anche per mostrare prototipi virtuali.
Realtà Ibrida con lo smartphone

Realtà Ibrida con lo smartphone
Il progetto europeo REPLICATE ha proprio questo obiettivo: mettere a punto un sistema che sfrutti i più sofisticati sensori presenti in smartphone e dispositivi mobili, per permettere una ricostruzione accurata e affidabile di oggetti e ambienti in 3D, che poi possono essere utilizzati per progettare e comporre nuovi oggetti e per simulare processi reali, tramite lo smartphone.
Con il progetto REPLICATE basterà catturare un oggetto o un edificio con una serie di immagini attraverso il nostro smartphone e a tutto il resto ci penserà la tecnologia.
Stefano Messelodi, responsabile dell’Unità di ricerca TeV, afferma che:
«Il sistema sarà in grado di costruire modelli 3D degli oggetti fotografati e individuare le parti che li compongono». Per esempio nel caso di un’automobile, la tecnologia riuscirà a individuare le porte o le ruote che possono essere separate dal corpo dell’auto. Di conseguenza il modello 3D riprodurrà esattamente la struttura e i moduli che la compongono che, una volta a casa, possiamo virtualmente modificare o riutilizzare in un nuovo progetto».