Pubblicità WhatsApp: in arrivo i contenuti sponsorizzati
È bastata una domanda della testata giornalistica italiana Corriere della Sera per capire che vedremo le pubblicità Whatsapp.
L’applicazione di messaggistica più scaricata ed utilizzata dagli utenti si prepara ad una novità che non entusiasmerà gli utenti.
Sappiamo benissimo che gli utilizzatori di smartphone e tablet Android e iOS amano la gratuità dell’applicazione perché non infastiditi da messaggi a scopo pubblicitario che sortirebbero l’effetto contrario, che potrebbe verificarsi con l’introduzione di pubblicità Whatsapp.
La conferma di questo cambiamento arriva da Mike Schroepfer, chief technical officer di Facebook:
«La nostra esperienza con Facebook ci insegna che quando la pubblicità è integrata nel prodotto funziona e soddisfa le persone. Quindi anche per la messaggistica immagino qualcosa di molto più integrato nell’esperienza dell’applicazione che piaccia sia agli utenti sia alle aziende. È questo che stiamo cercando di capire».
La ragione dell’introduzione delle pubblicità Whatsapp è presto servita:
«su Messenger e sulle altre app popolari nel resto del mondo è chiaro che più che di pop-up parliamo di facilitare le interazioni fra le persone e le aziende».
Le pubblicità Whatsapp sono l’ennesimo cambiamento del servizio di messaggistica, dopo la restrizione di uso per età.
Pubblicità Whatsapp sì, ma resta il problema blocco
L’introduzione delle pubblicità Whatsapp non è l’unico argomento a tenere banco in queste frenetiche giornate.
Qualche giorno fa la redazione di Androidworld.it aveva pubblicato un video che mostrava un messaggio che bloccava
- l’applicazione Whatsapp
- lo smartphone che lo utilizzava.
Il blocco temporaneo in questione era di tre secondi all’incirca ed era causato non tanto dal pallino nero presente nel testo ma dai caratteri nascosti della frase ben più semplice che invitava i curiosi a cliccarvi sopra, con l’effetto di vedere l’applicazione e lo smartphone arrestarsi temporaneamente.
La redazione di tecnologia aveva riportato quanto già mostrato da Tom Scott che mostrava i quasi 2000 caratteri “malevoli”.
L’arresto temporaneo in questione è dovuto al tentativo di lettura dei suddetti caratteri da parte dei nostri dispositivi.