Il nurturing: email che fidelizzano e coinvolgono
La gestione e la fidelizzazione o nurturing dei contatti (letteralmente nutrire, sviluppare una relazione basata sulla fiducia e sull’interesse reciproco) sono tra le principali sfide che gli esperti di marketing cercano di superare e vincere. È quindi ovvia la necessità per le aziende di investire in diversi canali comunicativi per coinvolgere e generare nuovi utenti che creino awareness positiva intorno al brand.
Secondo la recente ricerca dell’Osservatorio sul Marketing Business to Business in Italia, promosso da CRIBIS del gruppo CRIF (ricerca qui), l’approccio alla comunicazione delle aziende sta, difatti, diventando sempre più multicanale e alternato tra strumenti tradizionali e digitali.

Fonte: https://www.cribis.com/
Dal sondaggio si evince che l’email marketing, oltre ad avere un ottimo tasso di ritorno sugli investimenti (ROI), sia anche uno degli strumenti preferiti per fidelizzare, coinvolgere e generare nuovi contatti (lead o prospect).
Allora come fare per sviluppare il nurturing e coinvolgere i propri utenti attraverso le campagne email?
Esistono diversi tipi di email (transazionale, commerciale, informativa, remarketing etc.) per tenere vivo il rapporto con i propri contatti. Il consiglio è quello di trovare un giusto equilibrio fra stressare troppo il database, con il rischio di incorrere in alti tassi di disiscrizione, e mandare una email all’anno nella speranza di esser ricordati e riconosciuti.
In secondo luogo esistono diverse forme di engagement; dalla creazione di newsletter settimanali (mensili) a email commerciali relazionate a eventi/fiere di settore etc. La programmazione di queste attività aiuta ad esser coerenti, rispettosi del database e raggiungere risultati più performanti nel medio/lungo periodo.
Il successo della email dipende da 4 elementi fondamentali
Mittente
Deve essere chiaro fin da subito, soprattutto per un’azienda. Solitamente i client di posta elettronica permettono di visualizzare sia il nome del mittente che l’indirizzo email; meglio, pertanto, che ci sia coerenza fra gli stessi per evitare di finire in spam o non esser riconosciuti.
Oggetto
Come sappiamo la decisione sull’apertura o meno della email dipende, in gran parte, dall’oggetto. A meno che non siate Amazon, Zalando o Apple è difficile che la vostra email venga aperta solo per il fatto che siete voi. Cercate di personalizzarla magari con il nome del destinatario o un emoticon (sempre diversi e relazionati con il contenuto). La personalizzazione non deve limitarsi a qualche elemento; più informazioni esistono sull’utente più materiale si ha per creare una email completamente customizzata e coerente ai bisogni del destinatario (trend email marketing 2017). Per evitare il rischio di spam meglio non usare punteggiatura (virgole, punti, punti esclamativi etc.), simboli di valuta o numeri, parole troppo inflazionate di offerta (gratis, regalo, promozione), di tempo (affrettati, compra subito) o di acquisto (ordina adesso, acquista subito).
Contenuto
È utile esser sempre chiari e diretti. L’uso del grassetto, per evidenziare qualche parola, aiuta a rendere il contenuto più scorrevole e immediato ma, se non usato con parsimonia, può diventare controproducente. Scegliete immagini accattivanti e in tema con il messaggio; attenzione però che non siano troppo pesanti potrebbero rendere l’email difficile da caricare e visualizzare.
Call To Action
Potrebbe essere un’offerta personalizzata o un invito all’interazione; l’importante è che ci sia sempre coerenza tra ciò che viene proposto e la landing page (sito o pagina dedicata). Ormai tutti visualizzano l’email via smartphone; bisogna quindi assicurarsi che sia responsive (la visualizzazione si adatta a diversi strumenti) così come dovrà esserlo la landing page o il sito di atterraggio.
In conclusione provate ad immedesimarvi nel lettore, a capire cosa gli interesserebbe leggere, come e quando. Definite la campagna di email marketing in ogni suo dettaglio, dai modi ai tempi di esecuzione (testare il messaggio con l’A/B testing qui) perché, se non progettata, può influire negativamente sull’awareness aziendale e, conseguentemente, sulle nostre performance.