Intervista a Spinoza: la social satira che fa trend

Satira politica, viralità dei messaggi e una community sempre più coinvolta possono diventare un “fenomeno in rete”?
Assolutamente si, e Spinoza.it è la prova. Il blog satirico collettivo è infatti diventato in pochissimo tempo un punto di riferimento online nel mondo della satira. È stato fondato nel 2005 e da allora ha ricevuto svariati riconoscimenti.
Per capire tale fenomeno, abbiamo fatto una chiacchierata con Stefano Andreoli e Alessandro Bonino, co-fondatori di Spinoza.it
1. Da dove nasce l’idea di fondare Spinoza e quali sono le caratteristiche che ne hanno favorito il successo?
In un pomeriggio di noia del 2005, ad Alessandro Bonino venne l’idea di aprire un blog, battezzandolo con il nome di un filosofo (ai tempi usava così) che gli era simpatico. Non sapeva bene cosa farne, così ha invitato alcuni amici – tra cui Stefano Andreoli – pubblicare ciò che preferivano: foto, citazioni, aforismi. Poi, un giorno, per gioco, cominciammo a metterci battute: era appena nato l’ultimo governo Berlusconi, il periodo era propizio e pieno di spunti. Non avevamo nessun progetto in mente, né tantomeno immaginavamo che Spinoza sarebbe diventato, nel giro di qualche mese, un fenomeno della rete. Penso che abbia funzionato e funzioni soprattutto perché è divertente, perché non guarda in faccia nessuno, e perché ai tempi nella rete italiana non c’era nulla di simile.
2. Le persone all’ interno della vostra community si sentono parte di un progetto comune, i social media in che modo hanno influito su tali dinamiche? (tra Facebook e Twitter circa 2 milioni di persone)
Spinoza è stato social prima dei social, e questa è la sua forza: quando i lettori hanno cominciato a proporci battute – senza che gliele avessimo chieste – lo facevano via mail e attraverso i commenti ai post, che spesso superavano il migliaio. Nascere sul web 1.0, quello dei siti (esistevano ancora i siti, pensate!), è stato un vantaggio perché ha portato su Spinoza solo persone veramente motivate, che poi sono diventate i collaboratori del sito. Quando sono arrivati Facebook e Twitter, Spinoza poteva già contare su una community nutrita e consolidata.
3. Qual’è il Vostro rapporto con Twitter e, vista la sua crisi, quale pensate possa essere il futuro del servizio di microblogging?
Se sapessimo qual è il futuro del microblogging, lo avremmo inventato noi! La brevità di Twitter è il terreno ideale per le battute di Spinoza, anche se Facebook consente di pubblicare contenuti un pò più strutturati ed elaborati (e, dall’ altro canto, di attrarre un numero molto più consistente di commentatori sciroccati). A livello personale, tuttavia, non sono un grandissimo fan di Twitter: è un eccezionale strumento di broadcasting (e Spinoza lo usa esclusivamente in questo senso: non seguiamo né rispondiamo a nessuno, sarebbe impossibile) ma usarlo per sostenere una conversazione seria; è molto faticoso e sterile.
4. Avete mai ricevuto una qualche forma di protesta da un politico/personaggio non troppo entusiasta delle vostre battute?
I politici non sono così scemi, sanno che protestare o invocare la censura per una battuta risulterebbe ridicolo, e avrebbe ancora più risonanza della battuta stessa. Ogni tanto è arrivata qualche minaccia di querela, ma non tante quante avremmo sperato: d’altra parte per evitare le querele è sufficiente non inventarsi cose false, e visto il materiale che politica e attualità ci forniscono ogni giorno, non ce n’è davvero bisogno.
5. Tramite il vostro Forum, i contributi che ricevete sono tantissimi. Come fate a gestirli e su quale criterio scegliere le battute più adatte per il trend di giornata?
Il criterio è il nostro gusto: pubblichiamo quello che ci fa ridere, ovviamente cercando l’originalità e lo spiazzamento del lettore. Oggi ci sono tantissime pagine di battute e purtroppo non tutte fanno una selezione adeguata: quello della battuta è diventato un linguaggio molto inflazionato. Pubblicare poche cose è la salvezza per non stancare, e non stancarci: Spinoza oggi come allora è un hobby e non dobbiamo rispondere a nessuno, se non a noi stessi. Chiaramente nelle giornate speciali, come quelle elettorali, aumentiamo il ritmo cercando di seguire l’evolversi dei fatti, anche grazie al nostro account di servizio @LiveSpinoza, dedicato alle dirette.
6. Referendum costituzionale 2016: 3 battute che passeranno alla storia?
Tra le più apprezzate ci sono state queste due:
La Costituzione è salva. Ora possiamo tornare a ignorarla.
Devo essermi appisolato: ho sognato dei fascisti che esultavano per aver difeso una Costituzione antifascista.
E poi una battuta sulle ultime elezioni, che in via eccezionale abbiamo riproposto:
Arrivano le schede degli italiani all’estero: al primo posto “Cazzi vostri”