Google Perspective, la nuova arma contro gli insulti
Sul pianeta Terra è in arrivo una nuova arma per combattere gli insulti e si chiama Google Perspective. Verrebbe proprio da dire che finalmente qualcuno si è deciso di porre dei filtri ad una piaga web e social troppo diffusa. Che si aggiunge al pacchetto di cose inutili composto da notizie false diffuse sul web e social e dai troll. Come se in questo mondo raccontare falsità e insultare le persone rendesse ogni utente una persona migliore.
Big G, questa volta, sembra voler fare sul serio facendo scendere in campo Google Perspective. Ma vediamo più da vicino di cosa si tratta.
Google Perspective è un software dotato di intelligenza artificiale, che ha il compito di limitare gli insulti sul web. Avete letto bene, “limitare”, perché sfortunatamente l’eliminazione è una cosa da cui siamo ancora lontani.
Il software agisce secondo il principio del machine learning, che dovrebbe così comportarsi:
- riconoscere commenti e frasi ingiuriose
- oscurarne la pubblicazione.
Quindi, qualora venga scritta una frase contenente insulti o minacce, essa dovrebbe essere riconosciuta. Per poi essere bloccata con avviso inviato all’editore attestante il contenuto non idoneo della sua pubblicazione. Google Perspective è un prodotto realizzato in collaborazione con New York Times e Wikipedia.
Funzionerà davvero?
Come abbiamo già detto, il compito di questo nuovo software è di porre un freno agli insulti sul web. Se aveste dubbi a riguardo, sappiate che in vostro soccorso arriva il team dell’iniziativa Conversation Al. Che ha reso disponibile un sito di prova per scrivere frasi bannabili e verificare il lavoro dell’intelligenza artificiale. A riguardo, però, è bene specificare una cosa di non poco conto.
L’intelligenza artificiale, in questo caso, è stata affinata per combattere una piaga, con rischio per l’humour. Infatti, trattandosi di IA, non può valutare il contenuto ironico ed umoristico di una frase all’apparenza “forte”.
Questo vuol dire che frasi come
- Ti mangio un orecchio
- Testa di rapa (detto non in maniera spregiativa, in cui rapa è sostituto di altre parole che non possono essere scritte in articolo)
- Liverani, ti spacco la gamba (ricordate Maurizio Crozza nei panni di Serse Cosmi?)
detti in modo affettivo e non violento, attiveranno il filtro anti minacce.
Questo fa apparire il tutto come “nel dubbio, blocco!”, limitando ironia e homour, come detto in precedenza.
Evitare nuovi casi Vio
Eccezion fatta per i casi umoristici, ci si augura che Google Prespective riesca a fare il suo lavoro. Il suo operato sarebbe stato utile per evitare l’increscioso episodio che ha coinvolto la schermitrice paralimpica Bebe Vio. L’atleta delle Fiamme Oro è stata vittima di minacce per mezzo di un gruppo creato su Facebook. La stoccata pesante, però, è arrivata dall’atleta stessa, che ha denunciato il fatto alla Polizia Postale. Non tutti/e, però, hanno la stessa forza d’animo e i fatti di cronaca ne sono una pesante testimonianza.