Fashion Big Data: come vengono sfruttati nella moda
Di Big data è capitato spesso di parlarne, sempre in associazione ad altri argomenti, come nel post del 27 Febbraio in cui parlavamo degli argomenti più discussi su Twitter in cui spiccavano . Nel caso voleste rileggerlo ecco qui il link Argomenti tech più discussi su Twitter 2017: dai big data alle criptovalute. Non vi abbiamo però mai parlato di come il settore che fa tendenza per eccellenza, ovvero la moda, li utilizzi. Oggi dunque vi parleremo dei Fashion Big Data.
Fashion Big Data: i clienti impongono lo stile
Tutto cambia, anche la moda. Se un tempo erano i soli stilisti ad imporre lo stile ora in questo mondo sempre più tecnologico e social, sono gli utenti a decidere che cosa sarà di moda e cosa no e le diverse case non possono far altro che stare al passo. Come? Con la creazione di nuove startup fashion-tech cioè le nuove tecnologie digitali al servizio dell’industry della moda.
Fashin Big Data: tutti potremmo avere un personal shopper
Il primo esempio concreto di utilizzo di Big Data nel mondo della moda è il personal shopper virtuale di nome Sophie che tra non molto, tutti, o quasi, potremmo avere. L’idea arriva da una startup austriaca e a quanto pare porrà fine alla nostra indecisione davanti allo specchio suggerendoci che cosa acquistare e che cosa no in base alla comparazione di tutti i prodotti presenti nei negozi online.
Big Fashion Data: la gestione dei prezzi
Un altro modo in cui la moda utilizza i Big Data è tramite la gestione dei prezzi degli articoli. Con un attento studio degli strumenti di raccolta dei dati, di previsione della domanda, di gestione degli stock e infine di conoscenza dei prezzi della concorrenza è infatti possibile determinare che cosa vendere e a quale prezzo.
Big Fashion Data: tra moda e normative
Tutte le aziende che lavorano nel settore moda oramai devono fermarsi ad analizzare i propri dati, ma sembra amche questo non sia più sufficiente. Per avere un certo polso nel mercato bisogna infatti scandagliare a fondo l’intero web esattamente come fanno Google e gli altri motori di ricerca. Di questo si occupa il machine learning di Edited che
- analizza i contenuti della rete in modo metodico e automatizzato prendendo i considerazione i siti di retail di tutto il mondo
- immagazzina le informazioni e sfrutta l’image recogntion per renderle più accurate possibili
- identifica gli oggetti grazie ai dati raccolti
- aggiorna quotidianamente i dati raccolti in modo da tracciare il ciclo di vita di un determinato prodotto
- ha un database di 40 milioni di capi, 330 milioni di unità in stock, 90.000 brand in tutto il mondo
- confronta i capi simili tra loro, li contestualizza e suggerisce nuove strategie di prezzo ai retailer
La moda che cosa potrebbe volere di più di questo?
Big Data Fashion: fonte
Vi indichiamo ora il link al post che abbiamo usato come fonte per il nostro post: Big Data fashion: come la moda usa i dati