Dragonchain: anche la Disney usa Blockchain
La Disney è una multinazionale statunitense attiva nel settore mediatico e dell’intrattenimento con sede a Burbank, nello Stato della California.
E’ stata fondata come studio cinematografico il 16 ottobre 1923 da Walter Disney e suo fratello Roy Oliver Disney col nome di Disney Brothers Cartoon Studio. Successivamente espande le sue operazioni, concentrandosi in ulteriori settori come l’industria musicale, l’editoria e i media digitali, ed è anche quotata all’indice azionario di Dow Jones.

Walt Disney
Disney e lo studio sulla blockchain
Ora la Disney ha iniziato a studiare la sua blockchain, mettendosi alla ricerca di sviluppatori talentuosi della tecnologia per la sua sede di Seattle. I lavori sono proseguiti in questi mesi fino alla data di rilascio di Dragonchain.
Il protocollo è stato sviluppato sulla piattaforma di server web Apache 2. La struttura ha delle caratteristiche simili a molti prototipi di blockchain, con feature come il timpestamping, o marca temporale, struttura a blocchi, sistemi proof-of-work, per scoraggiare abusi di servizi, proof-of-stake, altro metodo per la messa in sicurezza della rete, e la procedura delle firme digitali.
Utilizzo della blockchain

Walt Disney- Blockchain
Per il momento l’azienda non ha spiegato come utilizzare effettivamente la blockchain, ma è possibile che la utilizzi come:
- per rilasciare “Mickey Mouse coins” che potrebbero essere interoperabili con asset come i bitcoin;
- per creare programmi per monitorare il tempo delle corse nelle piste dei giochi e la lunghezza delle code, all’interno dei parchi tematici (e ottimizzare questi processi);
- nelle procedure nella supply chain, un ambito di applicazione in cui la blockchain può fare la differenza.
IBM ha già capito le potenzialità della blockchain nell’ambito della supply chain, ed è più che probabile che sia questo l’ambito in cui Disney sfrutterà le potenzialità della tecnologia. Potrà essere utilizzata anche nelle attività logistiche, risparmiando tempo e ammortizzando costi delle materie prime.
Le novità dell’industria 4.0

Industria 4.0
Il termine “Industria 4.0” è stato utilizzato per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro dedicato all’Industria 4.0, presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione. L’8 aprile 2013, all’annuale Fiera di Hannover, fu diffuso il report finale del gruppo di lavoro.
L’Industria 4.0 comprende al suo interno, il sistema di produzione in cui i sistemi informatici monitorano i processi fisici della fabbrica e prendono decisioni decentrate, migliorando e velocizzando il lavoro.
Quindi prevede:
1. Interoperabilità. Con macchine, dispositivi, sensori e persone che si connettono e comunicano tra loro;
2. Trasparenza delle informazioni. Ovvero sistemi in grado di ricreare una copia virtuale del mondo fisico attraverso i dati raccolti dai sensori, e contestualizzare tutte le informazioni;
3. Assistenza, sia in termini di capacità dei sistemi informatici di assistere e guidare l’uomo nel prendere decisioni e risolvere problemi (intelligenza artificiale);
4. Decentramento, o meglio, distribuzione del processo decisionale, tra gli oggetti, certamente, ma soprattutto tra gli utenti/consumatori/produttori.