BIOS saluta l’informatica. Addio dopo 45 anni
Abbiamo imparato a conoscere la schermata azzurra chiamata BIOS in questi anni, ma ben presto dovremo dirle addio.
Nel giorno in cui il Black Friday si prestava a dare l’arrivederci al pubblico in attesa del suo ritorno nel 2018 e in attesa dell’arrivo del Cyber Monday previsto per lunedì prossimo, il BIOS è costretto ad annunciare il suo ritiro dalle scene dell’informatica in favore di UEFI.
Questo cambio di scenario non avverrà in tempi rapidissimi, anche se oramai sappiamo quando avverrà tutto questo: nel 2020.
Non sarà un cambiamento traumatico, dato che Intel ha sostituito il caro BIOS con UEFI su grande parte dei computer.
E non potremo ritenerla una rivoluzione in quanto si tratta di un processo in corso d’opera, che terminerà nel 2020 come abbiamo nei precedenti paragrafi. Semmai rappresenterà il saluto finale ad un compagno di avventure degli amanti dell’informatica e non.
Storia del BIOS
Quando parliamo di BIOS, si parla realmente della storia dell’informatica, con un salto nel passato tecnologico fino al 1975.
Era il periodo dei computer di gigantesche dimensioni, che in pochissimi decenni avrebbe portato anche i consumatori ad interfacciarsi con nuovi processori dalla velocità irrisoria se paragonati a quelli di oggi, ma che all’epoca rappresentavano il salto di qualità in un mondo nuovissimo ai più.
Il Basic Input-Output System è stato il primo software di interazione per la gestione di processi quali
- esecuzione della fase POST (power-on self-test)
- attivazione delle periferiche
- avvio del sistema operativo.
Il BIOS è cresciuto nel tempo ampliando l’elenco delle funzionalità, facendo fronte alle nuove esigenze richieste dalla tecnologia.
Senza rinunciare alla sua tradizione, mantenendo la sua funzione fondamentale rimasta invariata ed irrinunciabile nel tempo.
Ma ogni storia ha un inizio ed una fine, e Intel ha deciso da tempo che il BIOS debba lasciare il posto ad UEFI. Spazio al nuovo o quasi che avanza e che ben si adatta alle strutture nuove di oggi, con tanti saluti non ricchi di fazzoletti contenenti qualche lacrima a colui che ci ha accompagnati nel corso di questi decenni.