AlphaGo: la nuova intelligenza artificiale del computer di Google
Google ha ottenuto uno straordinario risultato con la sua nuova IA: il nuovo computer AlphaGo ha battuto il giocatore di Go, uno dei più antichi giochi da tavolo che è infatti da 2.500 anni uno dei mezzi con cui misurare l’intelligenza umana. Simile agli scacchi, crea un problema informatico non trascurabile:
Il gioco GO

GO
Con una scacchiera (Goban) formata da 19 linee verticali per 19 orizzontali il gioco offre oltre 4,63×10 alla 170sima posizioni diverse.
Risulta quindi impossibile dare un valore (positivo, negativo, neutrale) alle prossimo mosse possibili, come si può fare per gli scacchi ad esempio.
Proprio per questo, è diventata una sfida (tra Google e Facebook) a chi avrebbe sviluppato prima un’IA talmente potente da poter giocare (e vincere, ovviamente) a Go.
Infatti, ogni mossa può implicare altrettante possibili mosse senza che nessuna porti a un vero risultato positivo o negativo, ma che poi nel complesso, porteranno alla vincita di uno dei due giocatori.
Le regole ufficiali di GO
- Le pedine si distinguono solo tra bianche (giocatore 1) e nere (giocatore 2)
- A turno, ogni giocatore posiziona una pedina sulle intersezioni delle 19 linee verticali con quelle orizzontali
- L’obiettivo è quello di circondare con le proprie pedine quelle dell’avversario, e occupare più territorio della scacchiera dell’avversario.
- Quando un gruppo di pedine è completamente circondato, viene mangiato (aumentando il punteggio dell’avversario
- Non si possono posizionare pedine nei punti in cui si verrebbe automaticamente mangiati.
AlphaGo ha infatti battuto per 5 volte su 5 il campione europeo di Go Fan Hui, e questo mese, è prevista la sfida con uno dei più bravi giocatori al mondo.
Per anni gli esperti hanno dichiarato che il go fosse troppo difficile per un’IA. Il numero di mosse potenziali è infinitamente maggiore degli scacchi, ed è quasi impossibile calcolare il vantaggio di una mossa rispetto ad un’altra, o meglio: una mossa non può essere mai valutata singolarmente (a meno che non sia l’ultima di una sequenza di mosse) ma va valutata nel suo complesso.